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Solo il 37% delle emissioni Scope 3 delle imprese europee viene preso in considerazione dalle misure di decarbonizzazione aziendale

25 ago 2023

Un nuovo report di Capgemini e CDP rivela che le strategie di decarbonizzazione aziendale in Europa non tengono conto dei principali hotspot delle emissioni

Milano, 25 agosto 2023 – Tra le aziende europee è in aumento la tendenza alla trasparenza e agli impegni in materia di decarbonizzazione, con un incremento del 56% delle comunicazioni sulle emissioni al CDP negli ultimi tre anni. Tuttavia, le aziende faticano a definire azioni efficaci per i principali hotspot delle emissioni, con appena il 37% delle emissioni Scope 3[1] attualmente prese in considerazione da misure di decarbonizzazione. È quanto emerge da una nuova ricerca congiunta di Capgemini Invent e dell’organizzazione no-profit CDP, “From Stroll to Sprint: A race against time for corporate decarbonization“, che analizza le strategie di decarbonizzazione delle imprese in Europa in 17 settori e la loro evoluzione tra il 2019 e il 2022.

Si registra ancora un persistente divario tra trasparenza e azione

La stragrande maggioranza (92%) delle emissioni comunicate dalle aziende europee nel 2022 riguardava le emissioni Scope 3, con l’uso di prodotti venduti (57%) e di beni e servizi acquistati (17%) indicati come hotspot principali delle aziende. Nel 2022 si è verificato un aumento del 28% delle categorie Scope 3 comunicate al CDP rispetto al 2019.

Quasi la metà degli obiettivi di riduzione delle emissioni risulta approvata dall’SBTi[2]

Lo studio rileva che il 47% delle aziende ha dichiarato di avere obiettivi assoluti di riduzione delle emissioni approvati dall’SBTi, rispetto ad appena il 14% nel 2019. Tuttavia, gli obiettivi assoluti approvati dall’SBTi coprono solo il 13% delle emissioni totali di gas serra comunicate dalle aziende al CDP nel 2022. Ciò rafforza l’urgenza di adottare, da parte delle aziende con il più alto impatto in termini di emissioni, solidi obiettivi di riduzione per rimanere al di sotto di 1,5°C[3].

Nonostante la loro rapida diffusione, gli obiettivi di neutralità carbonica sono ancora agli albori: solo l’8% delle aziende ha dichiarato di aver fissato obiettivi di neutralità carbonica approvati dall’SBTi, mentre per un ulteriore 14% sono in attesa di convalida. Sebbene il numero di aziende che comunicano i propri dati sulle emissioni al CDP sia cresciuto in modo significativo, nel 2022 il 23% delle aziende non risultava avere ancora obiettivi di riduzione.

“La nostra analisi rivela che, sebbene siano stati compiuti alcuni rapidi progressi da parte delle aziende leader, in particolare per quanto riguarda la definizione di obiettivi basati su dati scientifici, la maggior parte di esse deve intraprendere azioni più incisive per ridurre le proprie emissioni Scope 3 in tempi brevi”, commenta Maxfield Weiss, Executive Director di CDP Europe. “L’urgenza di allineare la decarbonizzazione aziendale al limite di 1,5°C impone alle aziende di definire al più presto chiari piani di transizione climatica che consentano di ottenere le riduzioni necessarie per salvaguardare la nostra economia e la nostra società”.

Roshan Gya, CEO di Capgemini Invent e membro del Group Executive Committee, ha dichiarato: “È fondamentale che le aziende che intendono raggiungere i loro target di neutralità carbonica fissino obiettivi a breve e a lungo termine per monitorare il loro percorso di decarbonizzazione. Le nuove tecnologie, come l’idrogeno a basse emissioni di carbonio e l’elettrificazione dei processi, dovranno essere implementate su larga scala. Ciò richiede un cambiamento nelle politiche normative e un approccio innovativo per consentire la doppia transizione verso un’economia digitale e sostenibile.”

L’energia rinnovabile offre un significativo potenziale non ancora esplorato

Il report rileva che nel complesso le aziende stanno facendo progressi nella riduzione dell’impatto ambientale delle loro operazioni, con una riduzione fino al 40% delle emissioni Scope 1 e 2 ottenuta soprattutto attraverso misure di efficienza energetica. Oggi i settori che si affidano all’elettricità hanno maggiori opportunità di decarbonizzare il loro mix energetico e di proteggersi dalle fluttuazioni dei prezzi del mercato energetico rispetto ad altri.

Nel 2022 le energie rinnovabili coprivano meno di un terzo dell’energia utilizzata nella stragrande maggioranza (70%) dei settori analizzati, il che suggerisce che si possono ancora verificare importanti riduzioni delle emissioni grazie all’utilizzo di energie rinnovabili.

Le misure adottate per la sostenibilità non sono un ostacolo alla competitività

A fronte della crescente adozione da parte delle organizzazioni di iniziative di decarbonizzazione nell’ambito delle loro strategie di sostenibilità, i dati comunicati al CDP rivelano che questi investimenti non hanno ostacolato la crescita del fatturato. Dal 2019 al 2022, le emissioni Scope 1 e 2 dichiarate sono infatti diminuite in media del 14% nella maggior parte dei settori, mentre i ricavi sono aumentati dell’8%.

Il report completo è disponibile al seguente link: https://www.capgemini.com/insights/research-library/from-stroll-to-sprint

Metodologia di ricerca

Il report si avvale delle conoscenze e della comprovata esperienza di Capgemini Invent in materia di decarbonizzazione, degli approfondimenti forniti dal Capgemini Low Carbon Navigator (una libreria proprietaria di benchmark per la decarbonizzazione e di indicazioni specifiche per i vari settori), dell’analisi quantitativa dei dati pubblici di CDP per il 2019 e il 2022 e dei risultati qualitativi delle interviste a 7 aziende selezionate di diversi settori. Il report include aziende che rappresentano circa il 75-80% della capitalizzazione di mercato totale delle aziende europee.

Capgemini Invent è un Service Provider certificato Gold dal CDP per la sua esperienza nella consulenza sui cambiamenti climatici. Il report è stato redatto nell’ambito di questa partnership, che garantisce l’accesso esclusivo ai dati a un numero limitato di aziende.


[1] Le emissioni Scope 1 si riferiscono alle emissioni dirette di edifici o beni posseduti o controllati da un’azienda, come le emissioni associate al consumo di carburante e ai gas refrigeranti. Le emissioni Scope 2 riguardano le emissioni associate al consumo di elettricità, calore o vapore. Lo Scope 3 è costituito da tutte le altre emissioni generate all’interno della catena del valore di un’organizzazione, comprese le emissioni a monte e a valle. Esse si verificano come risultato delle attività di un’entità, ma provengono da fonti non possedute o controllate dall’entità stessa.

[2] Science Based Targets initiative.

[3] Secondo l’ultimo report dell’IPCC, per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C è necessaria una riduzione delle emissioni del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010 (IPCC, “AR6 Synthesis Report”, marzo 2023).