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Sostenibilità: un nuovo alleato per la resilienza della supply chain

Capgemini
Jun 21, 2024

Grazie all’ottimizzazione indotta da tecnologie come dati, tracciabilità digitale e intelligenza artificiale, anticipiamo gli eventi e miglioriamo la capacità di ripresa della supply chain per poter cogliere meglio le opportunità e favorire una crescita sostenibile.

In un’economia sempre più globalizzata e interconnessa, gestire i rischi associati alla supply chain costituisce una sfida senza precedenti. La scarsità di risorse (materie prime e componenti industriali), combinata con i vincoli di sostenibilità globali, aggiungono ulteriore pressione al sistema produttivo e dei servizi che opera in mercati senza confini territoriali.

Supply chain resiliente: caratteristiche e necessità

Una supply chain resiliente è in grado di resistere agli incidenti e ai cambiamenti climatici, grazie a scenari di rischio che aiutano a mitigare le conseguenze delle crisi e a recuperare rapidamente.

Flessibilità e agilità forniscono una risposta a eventi prevedibili – l’esaurimento di una risorsa – e imprevedibili – l’ingorgo del Canale di Suez, i conflitti internazionali e le crisi politiche nei singoli paesi. Ciò implica varie modalità di consegna e opzioni di percorso, tracciando ogni fase della catena in tempo reale, facendo appello a fornitori anch’essi flessibili, resilienti e soprattutto diversificati. Per non parlare delle opportunità di razionalizzazione, come produrre localmente e utilizzare energie a basse emissioni di carbonio o ridurre l’impatto legato ai trasporti.

La resilienza di una supply chain dipende anche da subappaltatori che producono in modo sostenibile e responsabile, a un prezzo giusto e con un monitoraggio in tempo reale della corretta conformità delle singole parti. In questo modo sarà possibile reagire, se necessario, ai primi segnali di violazione.

La supply chain resiliente non è concepita come l’implementazione di un arsenale difensivo contro la discontinuità delle forniture, ma come un sistema di monitoraggio e analisi tempestivo, che consente di prevedere i rischi. La capacità di anticipazione costituisce quindi una leva formidabile per migliorare la performance operativa e la crescita sostenibile.

Sostenibilità: la posizione dell’Unione europea

L’UE sta operando con una strategia diversificata per mitigare i rischi di continuità produttiva delle aziende dei suoi stati membri: in primo luogo rafforza la produzione interna di componenti strategici. Ha, infatti, approvato una misura da 2 miliardi di euro per sostenere la STMicroelectronics (“ST”) nella costruzione e nella gestione di un impianto integrato di produzione di chip per dispositivi di potenza al carburo di silicio (“SiC”) a Catania, in Sicilia.[1]

La misura rafforzerà la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e la sovranità digitale dell’Europa nelle tecnologie dei semiconduttori; tutto in linea con gli obiettivi fissati nella comunicazione sul Chips Act, contribuendo alla realizzazione della transizione digitale verde.

In secondo luogo emana normative che rafforzano il controllo della supply chain. Infatti nell’ambito dell’European Green Deal c’è il Piano d’azione per l’economia circolare (CEAP), entrato in vigore nel marzo 2020, direttamente correlato al tema del passaporto digitale dei prodotti (DPP), dell’EU Battery Regulation e della CSDD Directive. Lo scopo è promuovere un comportamento aziendale sostenibile e responsabile agendo sulla supply chain. Le nuove regole garantiranno che le aziende interessate identifichino e affrontino gli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente della loro supply chain.

Digital Twin per un migliore controllo dei rischi ambientali

Costruire questa resilienza richiede una perfetta conoscenza di tutte le dimensioni della supply chain, dalla linea di produzione dei fornitori di materie prime fino al punto di consegna al cliente.

Questa visione a 360 gradi, ottenuta attraverso la centralizzazione dei dati e la potenza degli strumenti di analisi, consente di sincronizzare meglio offerta, domanda e flussi logistici.

Per raggiungere questo obiettivo, vengono effettuate simulazioni su Digital Twin, alimentate da una moltitudine di scenari ipotetici, tenendo conto dei possibili rischi. Gli strumenti di pianificazione della supply chain, ottimizzati grazie all’intelligenza artificiale, possono così essere utilizzati per anticipare le esigenze dell’azienda, adeguare gli ordini dei fornitori e garantire le sue funzioni operative, sia di fornitura che di consegna.

I rischi di una supply chain debole nella gestione delle tematiche ambientali, di sicurezza dei lavoratori e sociali, vengono individuati nelle matrici di Enterprise Risk Management (ERM) con l’adozione di azioni di mitigazione. Queste ultime non soltanto si limitano a un controllo delle loro attività ma si estendono a qualifiche più stringenti e a un allargamento a fornitori più virtuosi.

L’efficienza operativa della supply chain

L’approccio basato sui dati migliora anche l’efficienza e la performance economica della supply chain. Si rivela altrettanto essenziale per garantirne la sostenibilità, in un momento in cui queste questioni influenzano le attività delle aziende.

Integrando i dati relativi agli impatti ambientali e sociali in scenari what-if, le simulazioni rivelano sia i rischi (come un fornitore incapace di seguire gli sviluppi normativi) sia le aree di miglioramento (come una via commerciale più efficiente in termini di consumo energetico o sfruttamento delle materie prime).

La capacità di proiezione costituisce un prezioso ausilio decisionale per la costruzione di strategie aziendali responsabili e sostenibili. I vantaggi di una supply chain basata sui dati sono già misurabili. Grazie a simulazioni di ottimizzazione della gestione dei contenitori a rendere (flusso e riempimento), Capgemini ha consentito a un suo cliente di ottenere, in un anno, una riduzione di 200 tonnellate di emissioni di CO2 e un risparmio di oltre 100 milioni di euro.

Collaborare per creare repository comuni

Se alcune industrie (aeronautica, automobilistica, cosmetica, ecc.) sembrano aver raggiunto una certa maturità, molti settori stanno progredendo lentamente nella trasformazione della propria supply chain. Ciò richiede l’implementazione di azioni comuni a tutto l’ecosistema per agire nella stessa direzione e, in particolare, l’apertura dei dati aziendali. Vari consorzi, riunendo attori di uno stesso settore, hanno l’ambizione di creare un repository comune di dati per promuovere sinergie e stimolare la digitalizzazione della supply chain.

La condivisione dei dati non costituisce un rischio di perdita di sovranità ma una conditio sine qua non per il progresso. Soprattutto, è l’unica via possibile per rispondere alle nuove normative in materia di sostenibilità del prodotto. Dal 2026, ad esempio, per tutte le auto nuove sarà obbligatorio un “passaporto della batteria” che ne descriva le caratteristiche e l’origine dei componenti. Tale provvedimento impone quindi la tracciabilità di ogni componente della batteria, a partire dall’estrazione del litio. Senza un database comune o una piattaforma digitale per i produttori, l’impresa sembra fuori portata.

Capgemini, con il suo impegno e i suoi servizi dedicati alla sostenibilità, sta già supportando i propri clienti del settore Automotive nell’implementazione di questo regolamento che segna una svolta importante. Anche se la strada da percorrere può sembrare lunga, le tecnologie digitali sono necessarie per guidare la supply chain verso questi obiettivi di sostenibilità.


[1] Commissione europea, comunicato stampa del 31 maggio 2024: “La Commissione approva una misura di aiuto di Stato italiana da 2 miliardi di EUR a sostegno di STMicroelectronics per la creazione di un nuovo impianto di fabbricazione di semiconduttori”.

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