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Il cloud, una nuova piattaforma di business

3 Feb 2023

Il cloud viene spesso descritto come un acceleratore tecnologico o perfino come una commodity, tanto da essere considerato la “nuova energia elettrica”. Un’analisi più attenta e approfondita, tuttavia, ci fa comprendere meglio il valore di queste piattaforme tecnologiche che rappresentano un supporto imprescindibile alla trasformazione del business, con un’attenzione sempre maggiore alla sostenibilità.

Se è vero che il cloud sembra diventato ormai una commodity, poiché garantisce accesso a strumenti tecnologici con grande facilità, volgere lo sguardo oltre questa visione “semplicistica” permette alle aziende di comprendere meglio il reale potenziale della rivoluzione in corso e di trarne il massimo valore possibile per sé e per i propri clienti: il cloud, infatti, rappresenta una potente leva per la trasformazione del business poiché garantisce grande agilità nell’esecuzione e innovazione tecnologica by design.

I dati in cloud possono essere considerati come il denaro in banca

Considerare il cloud alla stregua dell’energia elettrica può essere decisamente fuorviante, soprattutto considerando che il vero valore del cloud (in particolar modo ragionando nei panni delle aziende) è offrire la possibilità di ospitare una mole virtualmente infinita di dati enterprise garantendo – esattamente come può fare un istituto finanziario con i risparmi dei propri clienti – sicurezza, affidabilità e stabilità. Il paragone con gli istituti finanziari regge ancor di più se si considera che il valore aggiunto di una banca risiede nei servizi finanziari offerti, che si adattano alle esigenze dei clienti proprio come la moltitudine di servizi cloud offerti dalle piattaforme consentono di massimizzare il valore dei dati ospitati su di esse grazie alla possibilità di implementare numerosi casi d’uso che si adattano a ogni necessità.

In definitiva, la value proposition delle piattaforme cloud è proprio la capacità di elaborare una grande mole di dati assecondando ogni esigenza e, soprattutto, la vasta offerta di servizi che consentono di sfruttare questi dati appieno e in modo semplice.

Il cloud pubblico, quindi, può e deve essere considerato lo spazio ideale per ospitare i dati di un’organizzazione supportando la loro intera value chain. Un esempio è la capacità di raccogliere i dati lungo tutto il percorso di distribuzione oppure, nel caso di una catena di produzione, la possibilità di integrare dati diversi come quelli provenienti dal dipartimento di ingegneria, dalla produzione e dalla manutenzione. Lo stesso discorso, di conseguenza, si applica alle tematiche di integrazione, poiché è sempre più frequente l’implementazione di casi d’uso che prevedono l’utilizzo integrato di dati provenienti da piattaforme SaaS, come Salesforce, o da SAP e quelli ospitati direttamente su un cloud pubblico. Questi aspetti rendono assolutamente centrale il ruolo delle piattaforme cloud nell’utilizzo dei dati enterprise e nell’implementazione di nuovi servizi e di nuovi scenari legati ai dati stessi.


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La crescita del cloud dipende dalla sua adozione da parte degli utenti di business

Non bisogna tralasciare la caratteristica fondamentale delle piattaforme cloud: la loro intrinseca facilità di utilizzo anche da parte di utenti poco esperti. L’accessibilità, l’elasticità e la possibilità di approvvigionare servizi in modalità self-service, infatti, rendono l’esperienza di conservazione e fruizione dei dati di business ancor più semplice, immediata e scalabile. Questa caratteristica è presente fin dalle prime “generazioni” di piattaforme cloud, incentrate prevalentemente sull’automazione degli strumenti IT e sulla modernizzazione delle applicazioni. Ed è ancora più evidente nell’implementazione dei moderni casi d’uso aziendali (che ruotano intorno a verticali di business come la finanza, l’industria o la vendita al dettaglio) che possono essere implementati in modalità nativa sulle piattaforme cloud anche grazie all’utilizzo di soluzioni “low-code” e “no-code”.


Per approndire il tema del low-code, leggi l’articolo “Il low-code: rispondere al bisogno di agilità delle aziende senza cadere nello Shadow IT”


Proprio questi due approcci allo sviluppo di applicazioni, che consentono agli utenti finali di realizzare e adottare soluzioni basate sul cloud, pur avendo poca o nessuna competenza nella realizzazione di software (il più delle volte senza nemmeno rendersi conto di essere nel cloud), rappresentano un reale fattore abilitante del modello self-service, intrinseco del cloud.

In questo modo, infatti, potenzialmente tutti gli utenti hanno a disposizione strumenti e soluzioni sempre più sofisticati e già pronti all’uso, da utilizzare a piacimento. Grazie alla semplificazione della procedura di accesso a tali strumenti, il cloud sta diventando sempre meno un insieme generico di servizi IT, a uso e consumo esclusivo degli addetti ai lavori, e sempre più un insieme di tool personalizzati a disposizione dell’intera popolazione aziendale: stiamo vivendo, in sintesi, un passaggio dalla pura capacità informatica alla creazione di reale valore per le aziende, qualunque sia la loro dimensione.

Per questo il cloud può essere considerato, de facto, la piattaforma naturale per avviare trasformazioni massicce di business, facendo leva sui casi d’uso aziendali e sulla conoscenza che gli utenti hanno dei processi aziendali. Grazie alla semplicità di utilizzo e alla possibilità di impattare positivamente e direttamente sul business, il cloud consente di implementare un processo continuo di trasformazione digitale in modo sicuro, controllato e agile.

Il cloud è una leva per un IT più sostenibile

Il cloud non rappresenta solo la base tecnologica di un mercato economicamente sostenibile e soggetto a una crescita esponenziale: è un vero e proprio elemento centrale di una strategia aziendale che punta alla sostenibilità a 360 gradi. I provider cloud stanno spingendo con sempre maggiore convinzione verso un elevatissimo livello di efficienza energetica e un bassissimo livello di sprechi per i propri data center. Per questo motivo, il cloud rappresenta una potente piattaforma tecnologica utile a raggiungere gli obiettivi aziendali di sostenibilità IT, anche quelli più ambiziosi, soprattutto se abbinato all’adozione oculata dei servizi e alla progettazione “sostenibile” (intesa come ottimizzazione delle varie componenti) delle architetture delle applicazioni.


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Le più recenti analisi di Gartner prevedono che, entro il 2025, le emissioni relative alla conservazione e alla fruizione dei dati rappresenteranno uno dei principali criteri nella scelta della piattaforma e della soluzione cloud più adatta al proprio business. Proprio per questo motivo, i diversi cloud provider si stanno impegnando a fornire ai propri clienti, in maniera progressiva, il maggior numero di informazioni utili per monitorare e controllare l’impatto ambientale dei propri sistemi informativi. Pertanto, oltre al mero aspetto di trasformazione digitale, l’adozione del cloud come piattaforma di business consentirà alle aziende di verificare e misurare con precisione il carbon footprint delle proprie applicazioni, garantendo una comunicazione più puntuale e trasparente a tutti gli stakeholder in merito alle proprie iniziative digitali.

Considerando tutti i fattori elencati, emerge chiaramente che le piattaforme cloud non sono solo un insieme di tecnologie più o meno innovative a supporto delle soluzioni IT, ma un vero e proprio ambiente di business che può generare valore concreto per le aziende e che può/deve essere sfruttato con la massima agilità e flessibilità possibili. Questo modo di vedere il cloud, assieme a tutti i suoi vantaggi intrinseci, permette di costruire una visione a lungo termine in cui gli utenti di business possono far leva sulla tecnologia per creare nuove opportunità commerciali, migliorando il proprio impatto ambientale e generando nuovi casi d’uso che usano appieno i propri dati aziendali e che, a loro volta, abilitano ulteriori scenari di business: un circolo virtuoso che garantisce la costruzione di una catena del valore interamente basata sulla tecnologia, l’innovazione e la sostenibilità.

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