Le banche devono affrontare le conseguenze del passaggio alle PayTech da parte del 40% delle piccole e medie imprese commerciali

nov 4, 2025
  • I commercianti devono affrontare fino a nove ore di inattività all’anno a causa dei sistemi di pagamento poco affidabili, rendendo sempre più attraenti le soluzioni alternative offerte dalle PayTech[1].
  • Le PayTech sono in vantaggio nella corsa all’innovazione, con il 60% che ha adottato la Gen AI nelle proprie attività rispetto al 41% delle banche.
  • Le transazioni senza contante a livello mondiale raggiungeranno quota 3,5 trilioni entro il 2029, spinte dalla rapida crescita della regione Asia-Pacifico.

Milano, 4 novembre 2025 – Il World Payments Report 2026 del Capgemini Research Institute mette in evidenza le crescenti pressioni sulle banche affinché modernizzino i propri servizi per i commercianti, incalzate dalla concorrenza delle PayTech, realtà nate per offrire soluzioni tecnologiche dedicate ai pagamenti. Giunto alla sua 21ª edizione, il report evidenzia come le banche debbano affrontare una strada in salita: i livelli di soddisfazione tra i commercianti sono bassi, in particolare tra le piccole (15%) e medie imprese (22%). Eppure, il 66% degli intervistati continua a preferire i provider tradizionali per i propri servizi finanziari, segnalando quindi un’opportunità significativa per il futuro.

Le banche rischiano di perdere rilevanza per i commercianti

Secondo il nuovo report, le banche hanno progressivamente messo in secondo piano il business dei servizi ai commercianti, frenate da margini ridotti, infrastrutture sempre più complesse e alti costi operativi, lasciando così spazio alle PayTech. In un contesto sempre più digitale, il 70% dei commercianti considera fondamentali l’affidabilità dell’infrastruttura e l’elevato tasso di successo delle transazioni, ma solo il 19% delle banche si ritiene di poter garantire questi standard. Analogamente, il 69% dei commercianti richiede processi rapidi e senza intoppi per l’onboarding, mentre soltanto il 13% dei dirigenti bancari ritiene che il proprio istituto sia in grado di offrirli appieno.

Il report evidenzia come l’onboarding dei commercianti rappresenti un ostacolo significativo, dal momento che presso le banche può richiedere fino a sette giorni, con un costo medio fino a 496 dollari. Le PayTech, al contrario, consentono ai loro clienti di essere operativi in meno di 60 minuti, con un costo che parte da 214 dollari. Un processo lento e macchinoso costa ai commercianti tempo, ricavi e pazienza, aumentando così il rischio di fuga.

“Molte banche si sono concentrate sul business dell’emissione di carte piuttosto che sull’acquisizione di commercianti, facendo emergere lacune che i concorrenti digitali hanno colmato conquistando quote di mercato”, ha dichiarato Jeroen Hölscher, Global Head of Payment Services di Capgemini. “Con il 40% dei commercianti pronto a cambiare, il messaggio è chiaro: le banche rischiano di uscire dall’ecosistema dei pagamenti per i commercianti. Per invertire la rotta, devono eliminare le criticità che costano tempo e denaro ai loro clienti e abbracciare le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale generativa. Chi agirà rapidamente mettendo i commercianti al centro della propria strategia sarà in grado di competere con le PayTech nella nuova era del commercio.”

Le PayTech sono in vantaggio per quanto riguarda l’innovazione

Sul fronte dell’innovazione, le PayTech stanno superando le banche, creando un divario significativo. Ad esempio, il 70% delle PayTech ha già adottato sistemi di orchestrazione dei pagamenti, essenziali per instradare in modo intelligente le transazioni, contro appena il 47% delle banche. Un ulteriore 41% delle banche dichiara di aver adottato la Gen AI nelle proprie attività, rispetto al 60% dei nuovi entranti. Allo stesso modo, quasi la metà delle PayTech sta dando priorità a valute digitali emesse dalle banche centrali e stablecoin, e il 59% sta investendo in framework per l’identità digitale, contro il 23% e il 38% rispettivamente tra le banche.

Le lacune nella prevenzione delle frodi e nell’elaborazione dei pagamenti sono un’altra area che necessita di miglioramenti. Solo il 26% dei dirigenti bancari si dichiara fiducioso nella capacità della propria organizzazione di garantire sicurezza avanzata e protezione dei dati. I commercianti sentono questo peso in modo diretto, registrando perdite pari al 2% dei ricavi complessivi a causa di frodi sui pagamenti e fino a 9 ore di inattività l’anno dovute a sistemi inaffidabili.

Le carte sono in calo in tutto il mondo, mentre si registra un boom del nuovo mix di pagamenti digitali

Negli ultimi dieci anni, le transazioni senza contante sono quadruplicate a livello globale, con quasi il 90% concentrato nei settori retail e B2C. Nel 2024, il volume stimato ha superato gli 1,6 trilioni di operazioni, e le proiezioni indicano che supererà i 3,5 trilioni entro il 2029.

A livello globale, i pagamenti istantanei e i digital wallet stanno guadagnando peso nel mix dei metodi di pagamento, passando dal 13% del 2020 al 25% del 2024. Al contrario, la quota delle carte è destinata a scendere dal 65% al 52% nello stesso arco di tempo, anche se il numero totale di transazioni con carta continua a crescere.

La regione Asia-Pacifico guida questa crescita, con quasi 800 miliardi di transazioni digitali nel 2024 e una crescita prevista del 21% anno su anno nel 2025. Al contrario, il Nord America ha registrato circa 256 miliardi di transazioni digitali nel 2024, con una crescita più modesta (7%) attesa per l’anno prossimo, dal momento che le carte continuano a dominare il mercato.

Le banche devono cogliere l’opportunità

La combinazione tra l’aumento delle transazioni nell’e-commerce e la staticità del settore dei pagamenti rendono i servizi ai commercianti un’occasione preziosa per le banche di rafforzare i rapporti oltre la semplice elaborazione dei pagamenti. Le banche possono far leva sui propri punti di forza, come la fiducia consolidata e la capacità di supportare il capitale circolante, costruiti in decenni di attività. I commercianti riconoscono infatti la reputazione dei brand bancari (78%), la stabilità e la presenza di lungo periodo sul mercato (49%) e l’ampia gamma di servizi finanziari (46%), superiori rispetto alle PayTech.

Molti commercianti sarebbero disposti a tornare ai provider tradizionali se questi fossero in grado di offrire servizi integrati e su misura per i diversi settori: ad esempio, un’integrazione fluida con le piattaforme di food delivery per i ristoranti o programmi fedeltà immediati per i retailer. Otto commercianti su dieci affermano inoltre che prenderebbero in considerazione l’idea di passare a una banca se questa fosse in grado di offrire tutti i servizi di una PayTech allo stesso costo.

Leggi il report completo: The (not-so) silent takeover

Metodologia di ricerca

Il World Payments Report 2026 si basa su due fonti principali: il Global Payment Executive Survey 2025 e le Global Merchant Surveys and Interviews 2025. La ricerca ha raccolto insight da 15 mercati (Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Hong Kong, India, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Singapore, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti). L’indagine globale sui commercianti ha coinvolto 2.600 imprese di dimensioni piccole (fatturato fino a 1 milione di dollari), medie (1–100 milioni) e grandi (oltre 100 milioni). L’indagine tra i dirigenti del settore dei pagamenti ha coinvolto oltre 420 partecipanti ed è stata integrata da più di 65 interviste approfondite con top manager di banche e PayTech a livello globale, tra cui PSP tradizionali, nuovi player, PayFac e ISV in America, Europa e Asia-Pacifico.


[1] Nell’ambito di questo studio, il termine “PayTech” si riferisce alle aziende che sviluppano e forniscono soluzioni per l’elaborazione dei pagamenti, inclusi pagamenti mobili, transazioni contactless, portafogli digitali e gateway di pagamento. Comprende i fornitori di servizi di pagamento (PSP), i facilitatori di pagamento (PayFac) e i fornitori di software indipendenti (ISV) che offrono funzionalità di pagamento integrate per esigenze aziendali o settori specifici.