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Big Data: fra le strategie di successo Governance e coinvolgimento degli Executive. Presentato lo studio di Capgemini e Informatica

01 giu 2016

Milano, 1 giugno 2016. – Lo studio “The Big Data Payoff: Turning Big Data into Business Value” realizzato da Informatica e Capgemini rivela che le aziende più avanti nel rendere operativi i piani relativi ai Big Data sono quelle che hanno una Governance strutturata meglio, un approccio di implementazione rigoroso e una leadership coinvolta nel progetto.  Il sondaggio, compiuto su oltre 200 Senior Executive responsabili di IT e data management, mostra tuttavia che meno di 1/3 (il 27%) dei progetti inerenti i Big Data risulta redditizio mentre la maggior parte delle aziende deve compiere ancora un lavoro significativo prima di ottenere il massimo dall’investimento. Un indicatore chiave della redditività dei Big Data si ritrova nelle funzioni dedicate a gestire i progetti: COO e CDO hanno il doppio delle probabilità di portare al successo i progetti di Big Data rispetto ai CIO. Mentre oltre metà (52%) degli intervistati afferma che la responsabilità della strategia Big Data è in carico ai CIO, la loro gestione si sta spostando verso le figure di business, con il coinvolgimento di COO (20%), CTO (16%) e CMO (16%).

“Lo studio offre una fotografia delle aziende che stanno ottenendo un impatto di business positivo dagli investimenti sui Big Data. Le realtà che ricavano più vantaggi sono quelle che ne assegnano la gestione alle funzioni di business, elemento che si traduce in una marcia in più in termini di performance”, dichiara Massimo Ippoliti, Innovation Practice Leader di Capgemini Italia. “Il terreno dove si gioca la partita riguarda chiaramente la leadership delle iniziative, come abbiamo già visto in ambito Digital Transformation. Lo studio suggerisce, tuttavia, che molte aziende hanno ancora molta strada da percorrere prima di diventare insight-driven e che le sfide principali per rendere completamente operativi i Big Data risiedono nei vincoli di budget e nell’integrazione”.

I risultati emersi dallo studio di Capgemini e Informatica dimostrano l’influenza crescente delle figure di business sulle iniziative relative ai Big Data: in particolare, i progetti che progrediscono in maniera efficiente sono quelli gestiti dai COO. Le aziende che ricavano un profitto dalle iniziative Big Data sono quelle più efficienti nella gestione della qualità e della Governance dei dati e capaci di applicare meglio gli standard organizzativi.

  • Tre quarti (75%) delle aziende che ricavano profitto affermano di aver compiuto progressi eccellenti o molto buoni nel miglioramento della qualità e della Governance dei dati rispetto a una media complessiva del 50%
  • Un ulteriore 75% ha registrato performance eccellenti o molto buone nell’area della standardizzazione e del miglioramento dell’uniformità all’interno dell’organizzazione, contro una media complessiva del 47%.

Amit Walia, Executive Vice President e Chief Product Officer di Informatica, afferma: “I risultati del sondaggio mostrano una correlazione diretta tra il ricorso alla qualità dei dati e a pratiche di Governance da una parte e redditività dei risultati dei progetti Big Data dall’altra. Conseguire valore di business in modo ripetuto e sostenibile richiede la focalizzazione degli investimenti sui tre pilastri del data management: integrazione dei Big Data, qualità e Governance dei Big Data, sicurezza dei Big Data”.

Fra i risultati dello studio vi sono i seguenti

  • Più di metà di tutti gli intervistati (55%) afferma di avere in corso progetti Big Data a livello enterprise o dipartimentale
  • Il 49% degli intervistati che hanno evidenziato livelli alti di adesione da parte degli Executive ha ottenuto iniziative Big Data redditizie, contro il 6% che non gode di supporto a livello Executive
  • I tre vantaggi più comuni delle strategie Big Data sono: miglioramenti dei processi decisionali (37%), collaborazione e condivisione delle informazioni (34%), produttività (33%)
  • Tra le aziende che riportano progetti redditizi, il primo vantaggio (51%) riguarda il miglioramento della customer satisfaction e della customer retention
  • In generale, i vincoli di budget (44%) e l’integrazione (35%) sono gli elementi evidenziati come sfide cruciali da risolvere prima di diventare organizzazioni insight-driven
  • Mentre solo il 27% delle iniziative Big Data è redditizio, il 45% afferma di raggiungere il break-even e il 12% registra una perdita di denaro (per il 12% è ancora troppo presto per esprimere un giudizio)
  • Esiste una marcata scissione tra Stati Uniti ed Europa in termini di business ownership: è, infatti, controllato dai CIO il 39% dei progetti statunitensi contro il 64% registrato nelle aziende europee
  • L’esecuzione della strategia ricade più frequentemente nelle mani dei data specialist (30%) e talvolta del management IT (28%) o dei Database Architect (21%).

Insight-driven: la strada che conduce ai dati alimenta la Digital Transformation

La maggior parte dei progetti Big Data è ancora in pareggio o in perdita e la maggior parte delle aziende non è ancora insight-driven. Per rendere completamente operativi i Big Data, le aziende devono:

  1. assicurare la sponsorizzazione e la leadership delle iniziative Big Data a livello Executive. Qualsiasi alternativa a livello inferiore non è sufficiente per promuovere un cambiamento duraturo
  2. estendere le architetture informative esistenti modernizzando i sistemi di data warehousing e integrando nuove tecnologie Big Data
  3. creare un framework collaborativo robusto per la data Governance che consenta l’agilità organizzativa introducendo, nel contempo, sicurezza e qualità dei dati
  4. Muoversi verso una cultura data-driven dinamica che coinvolga fin dalle primissime fasi Executive e dipendenti nello sviluppo, nell’utilizzo e nel miglioramento delle soluzioni Big Data.

Per la realizzazione del report The Big Data Payoff, Capgemini e Informatica hanno collaborato con IDG in un sondaggio che ha coinvolto 210 aziende da oltre 1.000 dipendenti – con una media di poco più di 22.000 dipendenti nelle aziende europee e di poco meno di 24.000 in quelle statunitensi – nei settori dei beni di consumo, del retail, della vendita all’ingrosso e della logistica, delle utility e delle telecomunicazioni. Sono state, inoltre, realizzate interviste con focus group composti da Senior Executive responsabili della supervisione delle iniziative Big Data presso le maggiori aziende.