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Silvia

Silvia

Head of Solutioning and Bid Management

Cloud Infrastructure Services

Silvia, Head of Solutioning and Bid Management per la divisione CIS Italia, ci parla della passione per l’informatica che l’accompagna sin da bambina e del percorso che l’ha portata fin qui in Capgemini.

Da dove nasce la tua passione per il tech?

Fin da bambina avevo il desiderio di fare qualcosa di speciale: ero timida, studiosa e a differenza delle mie amiche mi piacevano molto la matematica, i giochi di logica e poi più avanti i videogiochi. Alle medie il mio sogno era di progettare videogame: quando entravo nei negozi che vendevano i primi Commodore, mi fermavo davanti a ogni tastiera e digitavo come una pazza immaginando di creare chissà quali nuove avventure in 3D. Sono l’ultima di 4 figli e mio padre ingegnere ci ha sempre seguiti tutti nelle materie scientifiche e nel latino, spronandoci ad apprezzare il bello della matematica e delle materie in cui bastava studiare e capire bene le regole per non avere problemi. Quando in prima liceo ho detto che avevo sentito parlare della facoltà di Informatica, mi ha subito appoggiata nonostante lo stupore di mia mamma.

Qual è stato il tuo percorso professionale, che ti ha portato a ricoprire questo ruolo?

Ho iniziato a lavorare in ambito IT già nell’ultimo anno di università, quando ho deciso di fare una tesi di laurea sviluppando un software in ambito di grafica 3D. Da allora sono passati 30 anni, ho cambiato molteplici aziende e ruoli fino ad arrivare in Capgemini. Da alcuni mesi mi è stata data una nuova sfida: guidare e far crescere il team di Solutioning and Bid Management in CIS Italia.

Qual è secondo te l’aspetto più interessante del tuo lavoro?

Nel mio ruolo attuale, l’aspetto più interessante è quello di poter strutturare in CIS Italia un nuovo gruppo di lavoro e di condivisione, potendo contare sul supporto e sull’esperienza del corrispondente team francese. Un aspetto positivo è quello di lavorare sempre su nuovi ingaggi e incontrare nuovi clienti e colleghi sia in Italia sia all’estero: il team di Solutioning fa infatti parte di una squadra cross country che ci permette di condividere quotidianamente informazioni e conoscenza. In poche parole, non abbiamo tempo di annoiarci e il nostro lavoro non è mai ripetitivo.

Il divario di genere nelle discipline e carriere STEM è ancora alto in Italia: che consiglio daresti a una ragazza che pensa di “non essere portata” per le materie STEM?

Il mio consiglio è di non farsi intimorire dagli stereotipi. Anche mia mamma avrebbe preferito un futuro diverso per me, ma io ho seguito la mia strada, fiera della mia scelta e divertita dall’incredulità di chi scopriva che studiavo Informatica all’università. Sono tantissime le donne che sono portate per le materie STEM, lo si vede sin dai primi anni di scuola: non bisogna frenare queste passioni, bensì difenderle e coltivarle ignorando tutti quegli stereotipi di genere che ci vedono inadatte a queste carriere e ci vogliono più concentrate nel ruolo di madri e mogli. Nella vita possiamo fare tutto. Nessuno ci deve dire che dobbiamo rinunciare a seguire un percorso che ci rende felici e appagate: dobbiamo solo imparare a “dosare gli ingredienti” di questa meravigliosa ricetta che è la vita.

Cosa suggeriresti invece a una ragazza che volesse intraprendere una carriera simile alla tua?

Nel campo delle STEM le giovani donne hanno bisogno di superare i propri ostacoli, di prendere coraggio e di scoprire che possono avere anche un grande talento in queste materie. In passato ho partecipato e guidato delle iniziative di volontariato per far avvicinare le ragazze delle scuole elementari e del liceo alle materie STEM: sono stati dei progetti entusiasmanti volti a diffondere la passione per l’informatica tra le giovani studentesse al fine di orientare le loro scelte universitarie. Ho conosciuto ragazze appassionate e felici di imparare come lavorare insieme a un progetto in cui credono, molte delle quali hanno poi scelto di proseguire gli studi in facoltà STEM. Ho una figlia di 15 anni e da quando alle elementari ha partecipato a una di queste iniziative, dice di voler fare Ingegneria Meccatronica: non so se alla fine sceglierà questo percorso, ma l’ho sempre spronata e incoraggiata a credere in sé stessa e a perseguire il suo sogno.