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La metà degli insegnanti di scuola secondaria ritiene che i benefici dell’AI generativa nell’istruzione superino i rischi

31 mag 2023

Quasi il 60% degli insegnanti afferma che l’interazione con i sistemi di intelligenza artificiale sarà una skill chiave per i lavori del futuro, anche se molti studenti non si sentono pronti ad acquisire le competenze richieste per la forza lavoro del 21° secolo

Milano, 31 maggio 2023 – I nuovi strumenti di intelligenza artificiale generativa stanno rivoluzionando il settore dell’istruzione, ponendo sfide e opportunità per studenti e insegnanti. Il nuovo report del Capgemini Research Institute, dal titolo “Future ready education: Empowering secondary school students with digital skills“, ha anche evidenziato che gli studenti di età compresa tra i 16 e i 18 anni si sentono molto meno sicuri del fatto che le loro competenze digitali li rendano pronti ad affacciarsi al mondo del lavoro rispetto alla fiducia mostrata dai loro insegnanti. Questo vale soprattutto per le competenze di base nell’ambito della comunicazione digitale e della data literacy.

I sistemi educativi di istruzione e di formazione di tutto il mondo si stanno già muovendo per integrare o escludere strumenti di AI generativa come ChatGPT dalle attività quotidiane degli studenti. Quasi la metà (48%) degli insegnanti di scuola secondaria, ad esempio, ha riferito che i loro istituti hanno bloccato o limitato l’uso di questi strumenti. Altri “early adopter”, al contrario, hanno scelto un approccio meno restrittivo: il 19% ha dichiarato che l’utilizzo di tali strumenti è consentito per casi d’uso specifici, mentre il 18% ha dichiarato che sta ancora valutando la loro applicabilità e utilità nelle aule. Complessivamente, oltre la metà (56%) degli insegnanti di scuola secondaria concorda sulla necessità di adattare programmi di studio e valutazioni per analizzare le percentuali d’uso dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale da parte degli studenti, e una percentuale simile (52%) ritiene che tali tool possano rappresentare un cambiamento positivo per la professione di insegnante.

Bilanciare rischi e benefici

Sebbene molti riconoscano il potenziale degli strumenti di AI generativa, il 78% degli insegnanti di scuola secondaria a livello globale esprime ancora preoccupazioni sull’impatto negativo che tali strumenti possono avere sugli studenti in termini di risultati di apprendimento, tra cui la percezione che il valore della capacità di scrittura venga sminuito (66%) e che si rischi di limitare la creatività degli studenti (66%).

Nonostante queste perplessità, la metà degli insegnanti di scuola secondaria a livello globale afferma che le potenzialità dell’AI generativa come strumento educativo sono maggiori dei rischi. Tra i principali vantaggi che gli strumenti di AI potrebbero apportare, gli insegnanti evidenziano tra gli altri il loro utilizzo per insegnare agli studenti a interagire e a comprendere i modelli di AI (60%), per aiutarli a sviluppare il pensiero critico (56%) e per essere di supporto nel suggerire modifiche ai loro lavori (52%).

Il sentiment nei confronti dell’AI generativa varia in modo significativo nelle diverse aree geografiche: gli insegnanti di Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Finlandia riconoscono l’importanza e il potenziale di questa tecnologia, molto più ad esempio di Singapore, Giappone o Francia.

Dotare gli studenti di competenze chiave per il futuro

Quasi due terzi (64%) degli insegnanti di scuola secondaria sono convinti dell’importanza di sviluppare le competenze digitali degli studenti per migliorare la loro preparazione al mondo del lavoro e la stragrande maggioranza (82%) concorda sul fatto che rendere obbligatorio l’insegnamento delle competenze digitali rappresenterebbe un vantaggio per gli studenti. Tuttavia, il report evidenzia un divario in termini di fiducia tra adulti e teenager: il 70% degli insegnanti e il 64% dei genitori ritiene che gli studenti abbiano le competenze necessarie per avere successo nell’attuale mercato del lavoro, mentre solo il 55% degli studenti di età compresa tra i 16 e i 18 anni concorda con tale affermazione. Lo studio ha inoltre rilevato un divario significativo su questo punto tra gli insegnanti delle grandi città (83%) e quelli delle zone rurali (40%), e che le ragazze di età compresa tra i 16 e i 18 anni che vivono nelle città si sentono quasi due volte più preparate rispetto a quelle delle zone rurali. Infine, gli insegnanti delle zone rurali ritengono la digital literacy meno prioritaria per la loro scuola rispetto ai colleghi di aree urbane e suburbane[1].

Secondo la ricerca, mentre il 72% degli studenti di età compresa tra i 16 e i 18 anni si sente soddisfatto della propria digital literacy di base[2], meno della metà (47%) riferisce lo stesso per quanto riguarda la comunicazione digitale e la data literacy[3], competenze considerate fondamentali per avere successo nell’odierno mondo del lavoro. Il report sottolinea che infondere fiducia è fondamentale per consentire agli studenti di distinguire i fatti dalla disinformazione quando navigano sul web. Se da un lato la maggior parte degli studenti (80%) afferma di essere in grado di reperire informazioni online, dall’altro sono pochi quelli che sanno distinguere le fonti affidabili (66%) e ancora meno i fatti dalle opinioni (61%).

“In linea con il nostro report del 2020 sul divario digitale, questo nuovo studio identifica gap significativi tra le scuole rurali e quelle urbane in termini di competenze digitali fondamentali per il futuro. Tecnologie come l’AI generativa stanno plasmando sempre di più il nostro mondo e stanno rendendo le competenze digitali di base ancora più importanti. Riteniamo che siano anche la chiave per colmare le lacune, in particolare grazie a percorsi di apprendimento iper-personalizzati in grado di adattarsi al ritmo di ogni studente”, ha affermato Alessandra Miata, CSR Director di Capgemini in Italia. “In Capgemini ci impegnamo a fare un uso responsabile delle nuove tecnologie per continuare a rafforzare le competenze digitali: quasi 2 milioni di persone hanno già beneficiato dei nostri programmi di alfabetizzazione digitale dal 2018 e siamo orgogliosi di aver assunto il 23% dei 26.000 partecipanti alle nostre accademie digitali. Ci auguriamo che i risultati di questa ricerca siano una fonte di ispirazione per l’ecosistema di attori che si occupano delle stesse tematiche e contribuiscano alla costruzione di un futuro più sostenibile e inclusivo.”

Per ulteriori informazioni e per scaricare il report, visita: https://www.capgemini.com/insights/research-library/digital-skills-in-education

Metodologia di ricerca

Il Capgemini Research Institue ha condotto uno studio globale, intervistando una serie di stakeholder all’interno dei sistemi educativi di Australia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Paesi Bassi, Singapore, Regno Unito e Stati Uniti nel periodo compreso tra marzo e aprile 2023. Hanno partecipato all’indagine 1.800 insegnanti di scuola secondaria, 4.500 genitori di studenti di scuola secondaria e 900 studenti di età compresa tra gli 11 e i 18 anni. Tutti gli insegnanti intervistati lavorano a tempo pieno e sono impiegati in una scuola secondaria pubblica o statale. Le loro aree di competenza o discipline di insegnamento coprono scienze, matematica, media e materie letterarie e umanistiche. I genitori intervistati in ciascun paese sono rappresentativi della popolazione nazionale per razza/etnia/gruppo etnico e reddito familiare. Tutti gli studenti di età non superiore ai 18 anni sono stati intervistati con il consenso di un genitore.


[1] Ad esempio, solo il 67% degli insegnanti delle aree rurali afferma che l’alfabetizzazione digitale è importante, rispetto all’81% degli insegnanti delle aree suburbane e al 94% degli insegnanti delle aree urbane, il che aumenta ulteriormente il divario digitale tra aree rurali e urbane.

[2] In questa ricerca definiamo “competenze digitali” come competenze in quattro categorie, non solo come la capacità di navigare sui social media, di postare foto/video sui social media e di usare uno smartphone. Le competenze digitali comprendono: 1) l’alfabetizzazione digitale (ad esempio, capire come funzionano computer, internet e dispositivi mobili); 2) la cittadinanza digitale (ad esempio, assumere un comportamento appropriato e responsabile online); 3) l’alfabetizzazione ai dati (ad esempio, capire come lavorare con i dati e come analizzarli e interpretarli); 4) l’alfabetizzazione ai media (ad esempio, capire come determinare quali fonti online sono credibili ed essere in grado di valutare i contenuti online).

[3] Le competenze nell’ambito della “comunicazione digitale e dell’alfabetizzazione dei dati” comprendono il saper utilizzare diverse forme di comunicazione online, il saper scrivere un’e-mail professionale, il creare una presentazione utilizzando grafici e testi, il creare grafici a partire da dati.