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Secondo la 16° edizione dell’European Energy Market Observatory (EEMO) le misure adottate dalla Commissione Europea sono insufficienti a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Europa

28 ott 2014

Secondo l’Osservatorio Europeo sul Mercato Energetico di quest’anno,
 

  1. Sono necessari e urgenti rapidi e profondi cambiamenti alle normative europee dei mercati dell’energia elettrica

La Commissione Europea sembra aver capito la necessità di attuare delle riforme e ha deciso di modificare la propria politica energetica. Infatti, il 23 ottobre 2014, ha stabilito che solo il principale obiettivo di una riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas serra entro il 2030 (rispetto al 1990) sarà distribuito sugli Stati membri. A livello di Unione Europea, la quota di energie rinnovabili nel mix energetico rappresenterà il 27% nel 2030 contro il 14,1% del 2012, ed è previsto un guadagno di efficienza energetica del 27% rispetto alle proiezioni del 2005. Gli ultimi due obiettivi sono secondari perché non sono legalmente vincolanti per gli Stati membri. Tuttavia, sono necessarie misure più drastiche, e la neo eletta Commissione europea dovrebbe stabilire nuove regole di mercato.
 
Antonio Barile, Vice President Energy and Utilities di Capgemini Italia, dichiara: “Stabilendo questi nuovi obiettivi, la Commissione Europea sta reagendo agli attuali insuccessi del mercato. Tuttavia, gli effetti non si percepiranno per diversi anni. Senza cambiamenti rapidi e profondi, potrebbero registrarsi ancora prezzi all’ingrosso negativi dell’energia elettrica e verificarsi nuove chiusure di impianti a gas. Inoltre, i prezzi continueranno a crescere sui mercati al dettaglio, e la fornitura di energia elettrica potrebbe essere gradualmente minacciata in molti Paesi europei”.
 
Infine, sarà complicato finanziare investimenti che sono necessari nel lungo periodo – stimati in 2.200 miliardi di dollari entro il 2035 in infrastrutture elettriche[1].
 
Il team Utilities del Global Markets Research di Natixis dichiara: “Nell’incerto contesto di oggi, i ridotti budget di investimento delle utilities in Europa sono al momento una leva importante per migliorare il loro assetto finanziario”.
 

  1. L’approvvigionamento europeo di gas è troppo fragile

Il 30% del gas consumato in Europa[2] proviene dalla Russia, la metà del quale attraverso l’Ucraina[3]. Le relazioni con la Russia hanno quindi un impatto diretto sulla fornitura. A seguito della crisi tra Russia e Ucraina, Gazprom[4] ha cessato le consegne verso questo Stato da giugno 2014. Questa è la terza sospensione in otto anni. Se la situazione diplomatica tra UE e Russia dovesse rimanere tesa, le forniture di gas per questo inverno potrebbero essere a rischio nei Paesi europei che sono riforniti esclusivamente o principalmente dalla Russia.
 
L’Osservatorio raccomanda le seguenti misure per migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas nell’Unione Europea:

  • prendere in considerazione di autorizzare la ricerca e lo sfruttamento di shale gas, al fine di aumentare la produzione interna,
  • aumento delle importazioni di GNL[5],
  • sviluppare nuova capacità di stoccaggio,
  • sostenere gasdotti che non passano attraverso la Russia

 
Il Regno Unito e alcuni Paesi[6] dell’Europa orientale hanno già avviato la ricerca di shale gas. La Germania, che è fortemente dipendente dalla Russia per i suoi acquisti[7] di gas, prevede di emanare una legge per consentire la tecnica del “fracking”[8]. Tuttavia, questa tecnologia ha incontrato a volte l’opposizione da parte del pubblico e di alcuni governi, come la Francia e la Bulgaria.
 

  1. La transizione energetica incontra molte difficoltà

La Germania ha attuato la propria trasformazione energetica dal 2011. Il prezzo di vendita al dettaglio dell’energia elettrica ha registrato un incremento molto significativo (+57%) tra il 2006 e il 2013. Il prezzo in Germania è attualmente il doppio di quello in Francia. Inoltre, l’imponente realizzazione di impianti solari ed eolici ha innescato forti investimenti in reti per trasportare l’energia elettrica dai parchi eolici nel Mare del Nord verso il sud della Germania, dove si trovano le zone industriali. La costruzione di queste linee elettriche ha incontrato un’opinione pubblica divisa e onerose leggi amministrative. Al fine di limitare gli aumenti dei prezzi dell’energia elettrica, nel mese di agosto 2014, il Parlamento tedesco ha adottato delle misure per ridurre le sovvenzioni per le energie rinnovabili e limitato il numero di esenzioni fiscali per le grandi industrie che fanno un inteso utilizzo di energia.
 
Antonio Barile commenta: “L’esperienza tedesca ci ha fornito delle importanti indicazioni che dovrebbero essere prese in considerazione da altri Stati membri dell’UE che stanno elaborando una nuova legislazione in ambito energetico. E’ necessario impostare un ritmo ragionevole di crescita delle energie rinnovabili al fine di limitare il rapido aumento dei prezzi al dettaglio dell’energia elettrica, e preservare la competitività delle imprese”.
 

  1. Le Utilities devono adottare una strategia digitale per una reale trasformazione

In “Horizon 2020”, l’importante programma multi settoriale di R&D[9] adottato dall’Unione Europea, la raccolta, l’elaborazione e l’utilizzo dei dati sono riconosciuti come priorità in tutti i settori economici, compreso quello dell’energia. Questo conferma che le soluzioni digitali sono determinanti per il futuro.
 
 
European Energy Markets Observatory
L’Osservatorio sui Mercati Europei dell’Energia (EEMO) è una pubblicazione annuale che Capgemini realizza per tracciare gli indicatori chiave del mercato dell’elettricità e del gas, monitorare l’equilibrio tra domanda e offerta, misurare i progressi nella creazione di un mercato aperto e competitivo nei 28 paesi dell’Unione Europea, Norvegia e Svizzera, nonché i progressi sugli obiettivi del pacchetto dell’UE su clima-energia. La 16° edizione si basa su una serie di fonti di dati pubblici in combinazione con la metodologia e la conoscenza di Capgemini, e sulla base di un insieme di dati del 2013 e della stagione invernale del 2013/2014. Le competenze specifiche sulla situazione finanziaria delle Utilities e le performance di questo settore, sulla politica energetica europea sono stati forniti dal team di ricerca Natixis, CMS Bureau Francis Lefebvre e VaasaETT.
 
 
 
Capgemini
Con 140.000 dipendenti in oltre 40 paesi nel mondo, Capgemini è uno dei principali fornitori mondiali di servizi di consulenza, information technology e outsourcing. Nel 2013 il Gruppo Capgemini ha registrato ricavi per 10,1 miliardi di euro. Insieme con i propri clienti, Capgemini progetta e realizza soluzioni di business e tecnologiche che consentono di migliorare le performance e il posizionamento di mercato. L’organizzazione profondamente multi-culturale contraddistingue da sempre il Gruppo Capgemini, che utilizza un approccio di lavoro unico e distintivo – la Collaborative Business Experience™ – e un modello globale di produzione distribuita denominato Rightshore®.
Capgemini Italia nel 2013 ha registrato ricavi per 222 milioni di euro e conta ad oggi su circa 3.000 dipendenti dislocati su 11 sedi; l’offerta è orientata ai principali mercati: Financial Services, Energy & Utilities, Manufacturing, Automotive, Consumer Products, Retail & Distribution, Public Administration, Telecom Media & Entertainment. Oltre alla principale società operativa, appartengono a Capgemini Italia due società specializzate: Capgemini BST e Capgemini BS. Nel 2014 Capgemini Italia ha ottenuto per la quinta volta la certificazione “Top Employer” per essersi contraddistinta come una delle migliori aziende nella gestione del talento.
 
Per maggiori dettagli: www.it.capgemini.com
 
Rightshore® è un trademark che appartiene a Capgemini.

[1] Stima dell’Agenzia Internazionale dell’Energia

[2] La fornitura di gas nell’Unione Europea proviene per il 34% dalla produzione nazionale all’interno dell’Unione Europea, il 30% dalla Russia, il 22% dalla Norvegia, 5% dall’Algeria, 5% dal Qatar, altri 2%

[3] 50%

[4] Compagnia russa di produzione e fornitura di gas e petrolio

[5] GNL: Gas Naturale Liquefatto

[6] Per esempio Polonia e Romania

[7] Il 37% del gas consumato proviene dalla Russia

[8] Fracking: tecnica di frattura di una roccia iniettando un liquido pressurizzato per il recupero del petrolio e del gas in rocce impermeabili. Questa tecnica viene combinata con la perforazione orizzontale.

[9] R&D: Ricerca e Sviluppo