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Digital Health: una sfida per ogni tipo di azienda

Capgemini
2020-07-03

Non importa quanto tempo le aziende abbiano passato a pianificare il futuro del lavoro: il futuro si sta definendo oggi, plasmato dalla salute e dal benessere di dipendenti e clienti.

Le aziende devono imparare rapidamente a proteggere le persone e a promuovere salute e sicurezza, anche in termini di opportunità, il tutto massimizzando la produttività e il successo aziendale. Per prosperare in questa nuova era, ogni azienda deve ora diventare un’azienda Digital Health.

Cosa vuol dire Digital Health?

La Digital Health è l’applicazione delle tecnologie digitali alla prevenzione, cura e riabilitazione della salute delle persone. Quest’area molto estesa è composta da servizi e applicazioni che vanno dal monitoraggio delle performance “fitness” fino ai letti per la riabilitazione completamente digitalizzati e connessi in tempo reale con una sala di controllo clinica tramite il 5G.

La Digital Health ha come elemento portante i “dati”, dati che, a valle di un consenso informato e attivo, potranno permettere una gestione attiva e in tempo reale della salute di noi tutti, integrando informazioni a un vasto ecosistema di servizi. La Digital Health quindi presuppone un approccio di “Data Strategy”.

La pandemia da COVID-19 ha evidenziato la fragilità del sistema di sanità del territorio, così come ha messo al centro un ruolo necessariamente attivo delle imprese nella gestione e prevenzione della salute dei propri stakeholder. La maggior parte delle aziende non aveva certo pianificato questo momento e non era in possesso di competenze e capacità per affrontarlo. La Digital Health è una chiave importante e diventa in questo quadro un elemento che si aggiunge alle iniziative di trasformazione digitale e di innovazione dal punto di vista strategico e operativo. Un’innovazione che ha bisogno di una rapida “execution”.

Salute, benessere e…?

Se benessere e salute sono tra gli elementi portanti delle politiche di welfare aziendali, a maggior ragione oggi la partecipazione dell’impresa all’ecosistema “salute” è fondamentale. In riferimento alla situazione contingente (che però ci accompagnerà per un po’), le attuali soluzioni di controllo e prevenzione, dai dispositivi di protezione individuali (DPI) a scanner termici e test di temperatura (che però non rilevano chi è asintomatico o paucisintomatico) sono necessari ma non sufficienti.

Serve una rinnovata “cultura” della salute, un’attenzione che impatta sulle persone, sulle modalità di approccio alla visione della salute delle persone come risorsa per le imprese e non come onere, sul modo di rivedere i modelli di fruizione di spazi operativi e sui modelli di lavoro che ora improvvisamente sono raggiungibili, laddove sembravano inapplicabili. Un tema complesso a cui la Digital Health può dare una componente di soluzione. Ogni organizzazione può quindi ridefinirsi come un attore parte di questo ecosistema e di un modello anche “etico-culturale”, che però impatta poi in termini economici concreti. L’interconnessione e i dati, salvaguardati da un modello “etico” in cui ogni persona è realmente al centro e #digital-aware, diverranno elementi attivi di soluzioni condivise tra pubblico e privato, di ecosistemi che ottimizzeranno l’approccio alla salute per tutti.

Se non vi è “salute”, si generano costi per tutto il sistema; costi e, in casi estremi come la pandemia da COVID-19 (estremi ma plausibili nel ripresentarsi), un prezzo economico alto che a cascata può ricondizionare nuovamente salute ed economia. È dato certo che laddove vi sia una mancata capacità di cura o un accesso alle cure inadeguato, si generino ulteriori costi per le strutture pubbliche e per la società in genere.

Il COVID-19 ci ha reso evidente la connessione tra tutti gli elementi che la salute rappresenta: lo “stare bene” e il “non ammalarsi” si traducono sì in riduzione di costi per i sistemi sanitari, ma anche in vantaggio competitivo per l’impresa, la sua produttività e la sua “reputation”.

A questo punto, ci sono alcune domande che necessitano di una risposta strutturata:

  • Come possiamo impostare la nostra attività per questo nuovo mondo?
  • Quali sono i nuovi modelli di “client facing”?
  • Abbiamo bisogno di un comitato consultivo di esperti e/o di un responsabile sanitario?
  • Come dovremmo stabilire protocolli incentrati sulla salute per le future interruzioni che si verificassero a livello locale e globale senza perdere competitività?
  • Come impatta il tema salute sul mindset e sulla cultura di impresa?
  • Come far sì che vi siano “adozione” e partecipazione al processo?

È un work in progress che richiede una serie completamente nuova di piani di scenario per prepararsi, in modo rapido ma completo, a tornare al lavoro proteggendo dipendenti e clienti durante una pandemia attiva, e allo stesso tempo un’occasione per nuove opportunità laddove la trasformazione non sia meramente un tema “digitale” ma di cultura di impresa e di valore dato alle persone.

Integrare competenze Digital Health all’interno dell’azienda

Nell’immediato, al di là di considerazioni più di medio-lungo periodo, sicuramente l’obiettivo è quello di aiutare il management ad accelerare in modo consapevole e sicuro il ritorno al lavoro della loro azienda, dando ai responsabili delle decisioni una visione a 360 gradi dei dipendenti, dei visitatori e dei loro ecosistemi in tutte le sedi per operare in sicurezza, e aiutandoli a prendere decisioni guidate dai dati in tempo reale per sopravvivere e alla fine prosperare e crescere. Fra le azioni prioritarie nel mondo digitale suggeriamo di:

  • Attivare un servizio di monitoraggio guidato da un approccio Digital Health per ottenere consigli su servizi nuovi e in evoluzione, per aiutare a gestire la salute oggi e per minimizzare il rischio di focolai attraverso l’uso in real-time dei dati provenienti da ogni punto dell’organizzazione;
  • Istituire una “Agile Room” composta da un gruppo interfunzionale con rappresentanti che abbiano competenze di Digital Health, IT, sanità/medicina, architettura e design, HR/EX (esperienza dei dipendenti) e CX per rispondere rapidamente alle evoluzioni imposte dalla situazione, ma con una visione per il domani cogliendone aspetti di opportunità;
  • Creare un “Command Center” digitale COVID-19 in grado di supportare la forza lavoro di sede e non e i clienti;
  • Avviare un percorso di raccolta di dati e informazioni al fine di monitorare attivamente gli hotspot COVID-19 in loco, locali e generali;
  • Definire fonti certe e validate da integrare in processi decisionali;
  • Estendere l’approccio in termini di vantaggio complessivo ai partner, alle forniture e all’ecosistema in generale in modo da poter organizzare e riorganizzare le attività di procurement;
  • Definire e implementare protocolli di supporto per i dipendenti che risultano positivi ai test e sviluppare un protocollo di certificazione digitale per i dipendenti guariti, nel rispetto totale della loro privacy;
  • Istituire un portale per i dipendenti con aggiornamenti, risorse e politiche in tempo reale e introdurre un ciclo di feedback dei dipendenti e dei clienti che si evolve nel tempo;
  • Aggiornare e tenere informati da remoto i dipendenti su tutti i nuovi processi e le risorse disponibili tramite canali informativi e supporti;
  • Introdurre programmi e risorse di assistenza digitali per il benessere profondo delle persone in azienda (es. salute mentale, assistenza all’infanzia, supporto finanziario legato al COVID-19);
  • Sviluppare applicazioni per la salute e il benessere dei dipendenti e incoraggiarne l’adozione;
  • Monitorare le migliori pratiche digitali per successivi empowerment del proprio ecosistema salute.

L’Open Innovation e le startup a cosa possono servire?

Superare il “not invented here” e ragionare in logica “agile” è il passo per accelerare oggi il processo: mai come ora è fondamentale attingere a risorse e idee esterne, ma in modo coordinato e su linee strategiche precise, supportati da competenze specifiche e investendo con visione prospettica. Sono vari gli esempi che durante la pandemia da COVID-19 hanno superato la barriera del “processo classico” per diventare soluzioni immediate, per quanto in certi casi temporanee: dalla maschera da sub che diventa respiratore per la terapia intensiva ai supporti di telemedicina attivati da startup che già stavano operando nel contesto per sopperire alla mancanza delle strutture pubbliche, favorite dall’agilità che queste nuove imprese hanno nel proprio DNA.

Mai come oggi, l’Open Innovation è paradigma di riferimento, ma lo deve essere in modo profondo e non opportunistico. Nella sua evoluzione verso logiche “Ecosystem Driven” è importante avere chiaro il quadro delle componenti e degli attori, su che “cicli” e need (espressi e non) insistono, in modo da creare le condizioni per integrare anche soluzioni di frontiera.

Il new normal (?)

Fino a quando non ci sarà un vaccino (ammesso che ve ne saranno di efficaci e fino a completa distribuzione alla popolazione), la prossima normale attività lavorativa richiederà alle organizzazioni di diventare veramente incentrate sul cliente e sul dipendente, sulle “persone”, e di acquisire competenze di empatia e nuovi modelli operativi “da remoto” che non sono solo “smart working”. È un territorio inesplorato, ma rappresenta un’opportunità per una complessiva evoluzione del mondo del lavoro e del business, e continuerà ad esserlo anche in futuro. Dovremo essere in grado di rispondere a nuove crisi sanitarie. Dovremo essere in grado di pianificare le interruzioni delle attività commerciali a livello locale e delle catene di fornitura in tutto il mondo in modo mirato e anticipato per minimizzare il rischio di hard lockdown e dare continuità fin dove possibile.

Diventare un’azienda ispirata dalla Digital Health fa bene alle persone, ma è un bene anche per gli affari. Non solo consente a un’organizzazione preparata di operare in situazioni limite, ma invia anche al mercato il messaggio che l’organizzazione non è “fragile” e sa reagire efficacemente a ogni situazione. Inoltre, l’approccio dà un forte segnale di quanto l’impresa sia davvero attenta al proprio ecosistema, alle persone e all’etica del lavoro.

La salute e il benessere di clienti e dipendenti sono e devono essere un forte driver, e una nuova capacità distintiva delle aziende sarà quella di diventare “more human” anche e proprio attraverso il digitale.

La redazione dell’articolo è stata curata da Gianfabio Forti e Roberta Gilardi.