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I servizi intelligenti favoriranno la crescita delle aziende nei prossimi 3 anni

28 set 2022

L’era dei prodotti e servizi intelligenti[1] è iniziata:

  • Le organizzazioni prevedono che nei prossimi tre anni, in media, il 28% dei loro ricavi deriverà solo da servizi intelligenti
  • Anche se attualmente solo il 35% delle organizzazioni offre servizi intelligenti, più della metà (53%) prevede di farlo nel prossimo futuro

Milano, 28 settembre 2022 – Dall’ultimo report del Capgemini Research Institute, dal titolo Intelligent products and services: unlock the opportunity of a connected business, emerge che oltre l’80% delle organizzazioni è consapevole che il passaggio a modelli incentrati su software e servizi rappresenti un trend di assoluta importanza, che sta influenzando i settori in cui operano. Dai veicoli connessi al monitoraggio dei pazienti da remoto, passando per le soluzioni di smart home, le aziende si stanno concentrando sempre di più sull’innovazione dei servizi. Dal report si evince che la maggior parte delle organizzazioni (78%)[2] ha già avviato il processo di definizione delle strategie di transizione verso prodotti e servizi intelligenti, allontanandosi dai tradizionali business model di tipo “make, sell, ship”. Inoltre, quasi 7 aziende su 10 ritengono che non investire in prodotti e servizi intelligenti comporti il rischio di perdere quote di mercato e vantaggio competitivo.

Secondo il report, quasi il 90% delle organizzazioni prevede di ottenere ricavi dai servizi intelligenti nei prossimi 3 anni, mentre l’87% sostiene che prodotti e servizi intelligenti siano essenziali per la strategia aziendale. Questo dato è particolarmente rilevante nell’industria manifatturiera (87%), seguita a ruota dal settore MedTech e da quello dei prodotti di consumo (entrambi all’84%). Nei prossimi tre anni si prevede che, in media, il 28% del fatturato delle organizzazioni deriverà da servizi intelligenti, rispetto all’attuale media del 12%. Lo sviluppo di prodotti e servizi intelligenti non solo offre nuovi flussi di entrate, ma ha anche il potenziale per favorire la crescita, l’efficienza e la fidelizzazione dei clienti.

Prodotti e servizi intelligenti offrono molteplici vantaggi per le organizzazioni

Il report afferma che le organizzazioni che hanno iniziato a implementare prodotti e servizi intelligenti stanno già riscontrando benefici, non solo in termini di ricavi: l’83% ha infatti riportato una riduzione dei costi di assistenza, l’83% ha migliorato la customer experience e l’84% ha ridotto l’impatto ambientale. I prodotti e i servizi intelligenti, grazie alla loro capacità di acquisire e fornire dati e insight, hanno il potenziale per promuovere la sostenibilità, consentendo di misurare gli sprechi, identificare le opportunità di risparmio (ad esempio in termini di energia, carbonio e acqua) e promuovere una gestione circolare del ciclo di vita dei prodotti.

I “Fast Mover” (59%), ovvero le aziende che hanno visioni e strategie ben definite per i prodotti e i servizi intelligenti, hanno già riscontrato una riduzione di oltre il 10% delle emissioni di anidride carbonica (56%) e un miglioramento superiore al 10% del Net Promoter/Customer Satisfaction Score (55%), mentre quasi la metà ha registrato un’accelerazione del time-to-market per le attività di R&D e una riduzione dei costi di assistenza di oltre il 10%.

La transizione da prodotti tradizionali a prodotti e servizi intelligenti è ancora complessa

Dalla ricerca emerge che le aziende non si sentono sufficientemente preparate a gestire il passaggio da un business model basato sui prodotti a uno basato sui servizi, e molte non hanno ancora ottenuto dei benefici, tanto che la metà degli intervistati dichiara di trovarsi attualmente ancora in fase di sperimentazione. Solo una piccola percentuale di organizzazioni (8%) risulta a buon punto nel proprio percorso di trasformazione: sono infatti riuscite a definire una strategia per trasformare le loro catene del valore end-to-end e i loro sistemi operativi, si sono concentrate attivamente su business model basati sui risultati o sui servizi e si sono lasciate alle spalle tecnologie e sistemi legacy.

L’integrazione tra nuove tecnologie e sistemi e tool esistenti rappresenta una nuova sfida

Secondo la ricerca di Capgemini, il 56% delle aziende concorda sul fatto che le tecnologie legacy rappresentino un ostacolo all’innovazione. Allo stesso tempo, il 76% degli intervistati afferma che le sfide più ingenti sono quelle legate ai dati, nello specifico la mancanza di infrastrutture stabili per raccogliere quelli ottenuti da prodotti e servizi intelligenti. Questo evidenzia quanto sia importante per le organizzazioni investire e trasformare la propria infrastruttura digitale, assicurando l’accesso e una solida gestione dei dati lungo tutta la catena del valore.

Il report inoltre consiglia di investire in nuovi talenti per soddisfare la domanda di questa area del business in continua crescita. Le organizzazioni hanno infatti affermato che esiste un gap di competenze di oltre il 40% in ruoli chiave, come professionisti in ambito data management, analytics, metodologie Agile e innovazione. La formazione interna per l’upskilling dei dipendenti, le assunzioni strategiche e l’individuazione di partner esterni saranno quindi particolarmente rilevanti. Attualmente si registrano già progressi in questa direzione, dal momento che l’84% delle aziende che si stanno specializzando in prodotti e servizi intelligenti sta trasformando i propri team di design ed engineering, inserendo figure specializzate in software development, systems engineering e product cloud.

“I prodotti e i servizi intelligenti, alimentati dalla tecnologia digitale e dall’intelligenza artificiale, creeranno un enorme valore per le aziende, i consumatori e l’economia globale nei prossimi tre anni. Le aziende di prodotti tradizionali si stanno riorganizzando basandosi sempre più sull’utilizzo dei software, offrendo nuove e ricche esperienze al fine di aumentare la fidelizzazione dei clienti e generare flussi di entrate costanti. Ora è il momento di agire. Le aziende che saranno in grado di fare scala su prodotti e servizi intelligenti, supereranno la concorrenza e aumenteranno rapidamente il valore generato”, ha affermato Raffaella Santoro, Managing Director di Capgemini Invent in Italia.

Per maggiori informazioni e per consultare una copia del report, visitare questo link.

Metodologia di ricerca

Il Capgemini Research Institute ha intervistato 1.000 dirigenti di grandi organizzazioni con un fatturato annuo superiore a 1 miliardo di dollari, operanti nei settori tradizionali dell’automotive, della tecnologia medica[3], dei beni di consumo, dell’industria e dei beni strumentali, dell’industria manifatturiera hi-tech, dell’energia e utility, in 11 paesi, tra aprile e maggio 2022. Gli intervistati, di livello Director o superiore, erano responsabili della strategia dei prodotti/servizi intelligenti all’interno delle loro organizzazioni o strettamente legati ad essa. Inoltre, sono state condotte interviste approfondite con dirigenti di varie organizzazioni, sia appartenenti al settore manifatturiero tradizionale che native digitali. Gli intervistati sono stati coinvolti nello sviluppo di prodotti e servizi intelligenti in tutte le aree funzionali, come strategia, sviluppo di prodotti/servizi, engineering, IT e customer management.

[1] I prodotti intelligenti sono prodotti smart, connessi e abilitati da software che possono essere continuamente migliorati grazie al feedback in tempo reale. I dati che generano e raccolgono consentono alle organizzazioni di offrire servizi intelligenti, portando a nuovi business e modelli di ricavi basati sulla “servitization”, termine che indica l’utilizzo dei prodotti per vendere “outcome as a service” anziché generare vendite una tantum.

[2] L’indagine è stata portata avanti considerando questo 78% (1.000 organizzazioni).

[3] Le aziende del settore biopharma (biotecnologie e prodotti farmaceutici) sono escluse dal campione di questa ricerca, in quanto già indagate nel report di Capgemini Unlocking the value in connected health.