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World Energy Markets Observatory 2018 di Capgemini

06 nov 2018
  • La Cina sta diventando un player fondamentale nel comparto dell’energia
  • Per via della ripresa economica potrebbe essere difficile raggiungere gli obiettivi fissati con l’Accordo sul Clima di Parigi del 2015
  • Se da un lato il panorama delle Utility è cresciuto con una nuova stabilità finanziaria, dall’altro aumenta la necessità di accelerare la loro trasformazione per la concorrenza dei nuovi player
  • Tutti i segmenti della catena della valore subiscono l’impatto della digital transformation

Milano, 5 novembre 2018 – Capgemini ha pubblicato oggi la ventesima edizione del World Energy Markets Observatory (WEMO), un report annuale realizzato in collaborazione con De Pardieu Brocas Maffei e Vaasa ETT. Lo studio attesta che la Cina è tra i principali leader mondiali in tecnologia, attrezzature e proprietà delle Utility e mette in evidenza che la crescita economica globale ha portato a un incremento della domanda di energia, mettendo in discussione gli obiettivi a lungo termine in materia di climate change. Questo si è verificato nonostante nel corso dell’ultimo anno ci sia stato un rapido aumento dei prezzi europei del carbonio, accompagnato dal decremento dei costi delle energie rinnovabili. Nel frattempo, l’aumento dei prezzi dei combustibili fossili ha fatto sì che si registrasse una ripresa dei prezzi nei mercati all’ingrosso dell’elettricità e del gas, soprattutto in Europa. A loro volta, le aziende del settore delle Utility stanno mostrando una maggiore salute finanziaria e il panorama generale sta cambiando. Infatti stanno adattando i loro business model alle nuove tecnologie quali IoT, IA, chatbot e blockchain, man mano che la concorrenza di nuovi operatori diventa più forte. Tutti i segmenti della catena del valore sono influenzati dalla digital transformation, dalle relazioni con i clienti e dai processi operativi, fino alle reti e ai servizi interattivi.

Le quatto principali considerazioni dell’edizione 2018 del World Energy Markets Observatory report sono:

  1. La Cina, secondo consumatore mondiale di energia, paese con il maggior numero di emissioni di gas serra, importante fornitore di apparecchiature energetiche e player principale nelle risorse critiche, è diventata anche un investitore importante nelle aziende del settore elettrico

In Cina c’è una costante crescita del fabbisogno energetico, tanto che il paese nel 2017 ha aumentato del 46% le importazioni di gas naturale liquido, divenendo responsabile della crescita del 30% della domanda a livello globale. I livelli di inquinamento rimangono un problema, infatti la Cina risulta essere il maggiore produttore mondiale di gas serra. Il paese persegue una politica di lungo periodo per lo sviluppo di attrezzature per il mercato interno, prima di esportarle a livello internazionale. La politica di esportazione è piuttosto aggressiva per quanto riguarda le centrali elettriche a carbone (700 delle quali attualmente in costruzione), i pannelli solari fotovoltaici (rappresentando quasi la metà della nuova capacità installata a livello mondiale) e le turbine eoliche. Secondo il report, lo stoccaggio dell’elettricità e i veicoli elettrici, così come i reattori nucleari, saranno probabilmente principali soggetti nella prossima ondata di esportazioni di attrezzature cinesi. La Cina è anche il principale produttore (95%) di metalli rari molto ricercati e delle cosiddette “terre rare”, necessari per la transizione energetica. Infine, la decennale politica dinamica della Cina in materia di acquisizioni, incentrata principalmente in Africa, Sud America e Asia, si è ora estesa alle reti elettriche e alle utility europee.

  1. La crescita economica mette in discussione gli obiettivi sul climate change, ma ha determinato a sua volta l’incremento dei prezzi nel mercato all’ingrosso di elettricità e gas, migliorando la salute finanziaria delle aziende del settore delle Utility

Dopo tre anni in cui le emissioni di gas serra hanno raggiunto un livello stabile, nel 2017 sono aumentate dell’1,4%, trainate dalla crescita economica che ha stimolato l’aumento della domanda di energia. Gli ormai fragili obiettivi sul climate change concordati con l’Accordo di Parigi 2015 potrebbero essere in pericolo, nonostante il significativo aumento dei prezzi del carbonio (in Europa sono passati dai 5 euro a tonnellata da inizio 2017 ai 20 euro a tonnellata all’inizio di settembre 2018) per via della ripresa dell’economia globale e delle misure imposte dall’Unione Europea.

«Nel 2017, un’economia più forte ha causato, per la prima volta dopo diversi anni, un aumento delle emissioni di gas serra; di conseguenza, gli obiettivi sul climate change al 2050 potrebbero non essere raggiunti» ha dichiarato Eraldo Federici, Services and EUC Sector Director, Capgemini Business Unit Italy. «L’Unione Europea ha adottato alcune misure che sono insufficienti per raggiungere un prezzo del carbonio significativo, che si aggira intorno ai 55 euro/t. Per raggiungere questo traguardo, sarebbe necessario stabilire un prezzo minimo del carbonio a livello locale o nazionale».

  1. I prezzi delle energie rinnovabili e dello stoccaggio hanno continuato a diminuire, ma le limitazioni in ambito tech e i costi di sviluppo fanno sì che la piena produzione di energia rinnovabile sia ancora molto lontana per la maggior parte dei paesi

Negli ultimi 12 mesi, il costo delle energie rinnovabili ha continuato a diminuire (-20% per il solare fotovoltaico): i costi dell’eolico onshore e degli impianti fotovoltaici stanno diventando competitivi pressoché ovunque (senza includere i costi di rete aggiuntivi) rispetto alla maggior parte delle fonti tradizionali di generazione di energia elettrica. I costi delle batterie stanno continuando a cavalcare lo stesso trend al ribasso. Questa combinazione potrebbe indurre alcuni paesi, come ad esempio la Danimarca, a fissare obiettivi per un mix di produzione di energia rinnovabile al 100%. Tuttavia, a livello statale o di aree geografiche, anche con lo stoccaggio di batterie, questo tipo di rete non è attualmente gestibile a causa delle limitazioni tecnologiche, di una gestione intermittente e degli enormi costi di implementazione.

  1. Il panorama delle Utility continua ad evolversi insieme alla rinnovata solidità finanziaria degli operatori del settore, mentre emergono nuove sfide

Le Utility hanno registrato un leggero miglioramento della propria posizione finanziaria, in particolare in Europa, grazie agli aumenti di prezzo di elettricità e gas nel mercato all’ingrosso e i risultati della trasformazione degli operatori del settore. Questa situazione ha portato a una trasformazione del contesto e a un incremento delle attività di M&A, tanto che oggi ogni paese ha intrapreso un proprio percorso di trasformazione: le utilities in Germania si stanno concentrando sui segmenti della catena del valore, il Regno Unito sta apportando alcune modifiche alla liberalizzazione del mercato retail grazie all’introduzione di nuove normative, i mercati asiatici stanno iniziando il processo di deregolamentazione, infine i nuovi player si stanno affacciando sui mercati globali.

«Osserviamo che le major del settore Oil & Gas operano nel mercato retail e in quello delle rinnovabili con risorse e ambizioni significative. Al contempo, lo scenario delle Utility sta cambiando rapidamente», ha commentato Federici. «Tutti i segmenti della catena del valore sono influenzati dalla digital transformation, dalle relazioni con i clienti e i processi operativi, fino alle reti e ai servizi interattivi, con un enorme potenziale di riduzione dei costi. Gli operatori tradizionali del comparto delle Utility devono accelerare la loro trasformazione e concentrarsi maggiormente sui nuovi modelli di business basati sui servizi, vista la maggiore concorrenza proveniente da più fronti tra cui i nuovi player, le major petrolifere, i rivenditori al dettaglio e le GAFAM[1]».

Il World Energy Markets Observatory è un report annuale di Capgemini che monitora i maggiori indicatori nei mercati dell’elettricità e del gas in Europa, Nord America, Australia e Sud-est asiatico e registra i progressi e le trasformazioni avvenute nel settore. La 20ª edizione, che utilizza principalmente fonti pubbliche integrandole con le competenze di Capgemini nel settore energy, si basa su dati relativi al 2017 e all’inverno 2017/2018. Le competenze specifiche su normative, sfide sul clima e comportamento dei consumatori sono stati fornite rispettivamente dai team di ricerca di De Pardieu Brocas Maffei e VaasaETT.

[1] Acronimo delle 5 maggiori BigTech statunitensi: Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft