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Uno studio commissionato da Capgemini evidenzia che in Italia la tecnologia e l’utilizzo di dispositivi mobile aumenterebbe la percentuale di votanti alle prossime elezioni Europee

23 mag 2014

Milano – 23 maggio 2014 – Capgemini Italia presenta i dati di un sondaggio – realizzato tra il 10 e il 14 maggio – per capire come cambierebbe lo scenario dei votanti in Italia se si potessero utilizzare dispositivi mobile come smartphone e tablet per esprimere il proprio voto, in un contesto di totale sicurezza delle informazioni e tutela della privacy. I risultati della ricerca, che ha coinvolto 1.000 persone su tutto il territorio nazionale, evidenziano che la possibilità di votare con i dispositivi mobili incrementerebbe la percentuale dei votanti dal 71% all’85%, diminuendo quella dei non-votanti dal 21% al 9% e degli indecisi dall’8% al 6%.

Alla domanda sull’intenzione di recarsi alle urne per votare alle imminenti Elezioni Europee, l’indagine rivela che il 71% degli italiani esprime un parere positivo, un dato di molto superiore all’affluenza registrata alle Europee del 2009, che in Italia è stata del 65%, e pari all’affluenza del 2004, che fu del 71,4%.
Si attesta al 21% invece il dato dei non-votanti e all’8% quello degli indecisi.
 
i-Voting, come cambierebbe lo scenario democratico?

Uno scenario in cui la tecnologia permettesse di votare con un dispositivo mobile e di non recarsi alle urne conquista ampiamente la maggioranza degli intervistati attestandosi al 54%. L’utilizzo della tecnologia viene preferita per questioni di praticità, per la semplicità e immediatezza ma anche perché ritenuta sicura.

Le persone che scelgono di recarsi alle urne restano comunque quasi un terzo della popolazione Italiana, il 31%, e nel complesso l’opzione di votare con dispositivi mobili incrementerebbe la percentuale di votanti dal 71% all’85%, assottigliando quella dei non-votanti dal 21% al 9% e degli indecisi dall’8% al 6%.

Il panorama dei votanti che oggi si recherebbe alle urne, il 71%, si modifica ampiamente con l’introduzione del voto con dispositivi mobili: più della metà, 56%, infatti opterebbe per una modalità di voto digitale che non vincola il cittadino al luogo fisico dell’urna, a supporto del fatto che l’utilizzo della tecnologia risulterebbe una soluzione pratica, semplice e veloce che risponde alle richieste dello stile di vita moderno.

La suddivisione per età consente di mettere in evidenza l’ampia disponibilità a utilizzare i dispositivi mobile, in particolare da parte del target della Generazione Y[i] (14[ii] – 34 anni) che raccoglie la maggioranza con il 60%. Le ragazze si dimostrano più inclini dei ragazzi, raggiungendo quasi i 2/3 del campione. Ottima poi la propensione anche del target più maturo (35 – 75) che raggiunge quasi la metà del totale con il 48,5%.

La soglia dei votanti italiani che dal 71% salirebbe all’85%, qualora fosse possibile votare online, è sicuramente un dato tanto sorprendente quanto incoraggiante per poter riavvicinare i cittadini alla politica. L’introduzione del voto con dispositivi mobili non vincolerebbe infatti il cittadino al luogo fisico dell’urna, a supporto del fatto che l’utilizzo della tecnologia risulterebbe una soluzione pratica, semplice e veloce che risponde alle richieste dello stile di vita moderno, soprattutto per il target giovanile”, dichiara Maurizio Mondani, Amministratore Delegato di Capgemini Italia. “A rafforzare questa propensione verso la tecnologia mobile è un ulteriore dato: di questo 85%, il 54% prediligerebbe comunque votare online piuttosto che recarsi alle urne”.

Continua Mondani: “Un recente rapporto di Capgemini ha anche evidenziato che oltre l’80 per cento dei giovani in Europa utilizza internet via mobile ogni giorno. Almeno una volta al giorno, quattro giovani europei su cinque usa uno smartphone e accede al web per ragioni diverse: aggiornare il profilo Facebook, fare shopping online, leggere le notizie, consultare una mappa o rispondere a una mail. Ma c’è una cosa che non è ancora presente in questo elenco: votare per un deputato e dare la propria voce per contribuire a costruire il futuro dell’Europa. Mi auguro che questi dati, insieme a quelli emersi dall’indagine sull’i-Voting, possano stimolare l’apertura di un tavolo di lavoro allargato su questa tematica”.

i-Voting: l’esperienza dell’Estonia

Il concetto di i-Voting non è una novità per l’Europa. Dal 2005, gli estoni hanno avuto sei opportunità di votare via internet e il numero di schede elettorali espresse è aumentato del 1.337 per cento. Anche se l’esperienza dell’Estonia non è stata priva di problematiche – ancora oggi è in atto un dibattito rispetto alla sicurezza, privacy e i costi – nel 2013, alle elezioni nazionali, un considerevole 22% dei cittadini ha esercitato il proprio diritto di voto democratico on-line. Ed è significativo che quasi 1 su 10 abbia votato da un dispositivo mobile. I test in Estonia (http://www.vvk.ee/voting-methods-in-estonia/engindex/statistics) dimostrano che, dato il crescente proliferare dei dispositivi mobile, questi numeri sono destinati a salire sempre di più.
 
i-Voting: la preoccupazione sulla sicurezza e le competenze del mercato

Ci sono preoccupazioni legittime sull’i-Voting, tra cui la sicurezza è la più grande e complicata. L’importanza di condurre un libero ed equo processo elettorale protetto da eventuali manomissioni e brogli non può essere sottovalutato. Né può esserlo il livello di sicurezza richiesto per assicurare che vi sia una protezione inespugnabile per le informazioni legate al voto come i nomi, gli indirizzi per non parlare delle preferenze politiche.
 
Tuttavia, queste sfide non sono senza precedenti. Le grandi organizzazioni che operano nei diversi mercati – dalla produzione, all’energia fino al settore finanziario in particolare – hanno affrontato problemi di sicurezza simili. Nel commercio c’erano ostacoli da superare in tema di sicurezza, per incoraggiare le persone a comprare online. Nel settore bancario, un livello di sicurezza inattaccabile era necessario ancor prima che esistesse l’e-banking  per permettere che i clienti fossero a proprio agio nel controllare il conto corrente o a pagare in contanti utilizzando uno smartphone. Alla fine, la perseveranza ha pagato e il successo di queste soluzioni sta dando i suoi frutti.

[i] La Generazione Y è la popolazione esperta nell’uso di tecnologie nata tra il 1980 e il 2000

[ii] Per i minorenni si è registrata la probabilità di recarsi alle urne immaginando di aver raggiunto la maggiore età.