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L’ultimo studio europeo di Capgemini rileva che i Paesi dell’Unione fanno leva sui vantaggi degli Open Data per guidare la digital innovation

16 nov 2017

Milano, 16 novembre 2017 – Capgemini Consulting, la divisione di Capgemini che si occupa della consulenza strategica e trasformativa a livello globale, ha pubblicato oggi il terzo report annuale che analizza lo stato dell’arte degli Open Data in Europa. Il report, chiamato “Open Data Maturity in Europe 2017: Open Data for a European Data Economy” evidenzia che, nel 2017, il numero di trendsetter[1] è quasi raddoppiato, raggiungendo 14 paesi, rispetto agli 8 del 2016. Tutti i trendsetter hanno mostrato un chiaro impulso nell’implementare le rispettive policy sugli Open Data, sviluppando ulteriori funzionalità per i portali dedicati, così come nel comprenderne e documentarne l’impatto. Il report è stato realizzato su richiesta della Commissione Europea nell’ambito dell’European Data Portal ed è stato coordinato da Capgemini.*

Il report evidenzia che, nel 2017, i Governi europei non solo hanno dato maggior priorità agli Open Data ma anche che gli stessi si stanno impegnando sempre di più per coglierne tutti i vantaggi. I paesi europei[2] sono stati valutati sia in termini di preparazione nell’uso degli Open Data, misurando l’ampiezza delle loro policy in ambito Open Data, sia in termini di maturità dei portali dedicati. Cosa ancora più importante, la maggior parte dei paesi ha dimostrato di comprendere appieno l’impatto degli Open Data nel fare strada alla data economy.

Avendo misurato per tre anni di seguito i livelli di maturità degli Open Data in tutta Europa, è chiaro che i paesi del continente si sono impegnati considerevolmente per migliorare la diffusione di questi dati. La ricerca si basa su due indicatori chiave: la preparazione in termini di Open Data e la maturità dei portali. In generale i paesi europei hanno totalizzato il 72%[3] in termini di preparazione sugli Open Data nel 2017, rispetto al 57% del 2016. Per quanto riguarda la maturità dei portali, i paesi europei hanno riportato una crescita percentuale di poco superiore al 10%, passando dal 66% del 2016 al 76% del 2017.

Lo studio, grazie all’unione dei due indicatori, evidenzia che, mentre nel 2015 i paesi europei avevano completato solo il 44% del proprio percorso[4] verso la maturità degli Open Data, l’anno successivo il dato è salito al 59%, per poi raggiungere il 73% nel 2017. I fattori chiave della trasformazione degli Open Data si basano su una spinta verso il cambiamento e aggiornamenti costanti, una visione strategica delle policy e dell’infrastruttura dei portali e una maggiore comprensione dell’impatto, uniti a un team di monitoraggio dedicato. Inoltre, tra gli altri importanti fattori di differenziazione vi sono la realizzazione di modalità innovative per assicurare il finanziamento delle start-up in ambito Open Data e programmatori che vogliono creare prodotti basati sulla medesima tecnologia. L’European Data Portal, che raccoglie i dati di tutti i portali nazionali a partire da novembre 2015, ha raggiunto i 790.000 set di dati. Si tratta di un volume tre volte superiore rispetto a quando il portale è stato lanciato, a ulteriore dimostrazione della volontà europea di incrementare il numero di dati a disposizione per incoraggiare l’innovazione.

“I sorprendenti risultati del 2017 dimostrano che l’informazione del settore privato viene sempre più riconosciuta come un asset per la trasformazione digitale, anche alla luce della data economy”, ha dichiarato Domenico Leone, Head of Public Sector di Capgemini Italia. “Inoltre, i dati rappresentano il cuore della rivoluzione portata dall’Intelligenza Artificiale. I paesi europei devono necessariamente proseguire con gli sforzi messi in atto per migliorare la user experience, la qualità e la quantità dei dati raccolti per poter cogliere i benefici degli Open Data nella società”.

Raccomandazioni

Il report comprende sette raccomandazioni per guidare i decision maker e i gestori di portali Open Data verso lo sviluppo di una visione sostenibile per la loro trasformazione Open Data:

  1. Migliorare i Portali Dati
  2. Supportare i finanziamenti
  3. Documentare l’impatto
  4. Interagire con i rispettivi utenti
  5. Guidare la Digital Transformation
  6. Esplorare i dati privati
  7. Offrire dati in real-time

Adesso, i paesi devono elaborare:

  • Una visione per incorporare gli Open Data all’interno di un programma più ampio volto alla trasformazione digitale del settore pubblico
  • Una solida strategia che sostenga lo sviluppo di un portale dati come una delle componenti di un’infrastruttura dati nazionale

European Data Portal

Il termine Open Data fa riferimento alle informazioni raccolte, prodotte o acquistate da organi pubblici e che possono essere utilizzate, modificate e condivise da chiunque. Tra i benefici dell’Open Data troviamo: l’incremento della trasparenza e delle responsabilità del Governo, oltre a benefici finanziari tangibili per cittadini, imprese e l’intera società. Lo studio di Capgemini, pubblicato per la prima volta nel 2015 in occasione del lancio dell’European Data Portal, stimava un valore di mercato di circa 75,7 miliardi di euro per gli Open Data entro il 2020, con un forte incremento di circa il 37% tra il 2016 e il 2020. In questo contesto, l’Unione Europea ha lanciato l’European Data Portal che raccoglie le informazioni sui dati diffusi da ogni paese europeo. Ad oggi, copre 34 paesi, 73 cataloghi, unisce circa 790.000 set di dati in tutta Europa e offre un’ampia gamma di risorse per l’apprendimento e casi d’uso. L’impegno pluriennale è solo uno dei tanti modi che il Gruppo Capgemini utilizza per supportare i clienti nel trarre ogni giorno informazioni strategiche dai dati.

*L’implementazione dell’ European Data Portal è curata da Capgemini Consulting in collaborazione con Open Data Institute (ODI), Intrasoft International, Time.lex, Sogeti, Università di Southampton, con terra e Fraunhofer Fokus per conto della Commissione Europea.

Per ulteriori informazioni e per accedere al report completo, potete visitare:

[1] I trendsetter hanno implementato una policy Open Data avanzata con maggiori funzionalità dei portali dedicati e meccanismi di coordinamento a livello nazionale tra i vari domini.

[2] I paesi presi in esame includono i 28 Stati Membri dell’Unione Europea. Due ulteriori capitoli sono dedicati ai paesi EFTA, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera (solitamente definiti come paesi EU28+), e ai paesi che hanno avviato le procedure per entrare nell’Unione Europea: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia, Kosovo, Montenegro, Serbia e Turchia.

[3] I risultati si basano su quanto emerso da dettagliati questionari che sono stati compilati dai rappresentati dell’Open Data Portal. Per ogni specifico indicatore è stata poi calcolata una media dei 28 Stati Membri europei per poter fare il paragone con la media europea. La preparazione agli Open Data riguarda la presenza di politiche Open Data, contributi nazionali, norme per la licenza, uso dei dati e impatto sociale, politico ed economico degli Open Data. La maturità dei portali, invece, studia la possibilità di riutilizzare i dati, il potere di utilizzo del portale e la diffusione dei dati tra i vari domini.

[4] Per cammino in ambito Open Data si intendono le operazioni che i Governi mettono in campo per far sì che i dati vengano pubblicati come open. Per fare ciò è necessario sviluppare una strategia che solitamente fa parte della Open Data Policy, seguita poi dallo sviluppo di un portale Open Data che funge da piattaforma che aiuta a rendere i dati più accessibili in un unico spazio. I progressi che fanno i paesi per ottenere dei dati governativi completamente open grazie a dei portali sofisticati.